Gallerani: la mia Nazionale

Il portierino dell’Us San Felice convocato da mister Magrini in Nazionale Dilettanti racconta la sua esperienza nel ritiro di Roma

Vita da Nazionale

Abbiamo chiesto a Gianluca Gallerani di scriverci in prima persona la sua esperienza nel ritiro con la Nazionale Dilettanti di mister Magrini, a Pomezia (Roma).

E, non avevamo dubbi, Gianluca si rivela non solo un ottimo portiere, ma un altrettanto ottimo narratore.

“Se siete qui, è perchè ora siete il massimo che potreste essere in questo momento”: è iniziata così la nostra avventura in azzurro, poche parole che spiegano quello che per 28 ragazzi rappresenta un sogno.

12 novembre, il ritrovo è all’hotel in cui risiederemo per 3 giorni. Ci viene subito consegnata la divisa azzurra con cui ci alleneremo nel pomeriggio dopo un piccolo incontro con Mister Magrini e il suo staff tecnico, organizzativo e medico.

L’accoglienza professionale, che ci verrà riservata anche nella riunione serale con lo staff medico, ci mette subito nelle condizioni di poter lavorare al meglio in campo: infatti, il primo allenamento sarà una seduta di scarico per sciogliere le tensioni del momento e il “mal di schiena per i gol subiti della domenica (cit. Bertaccini)”. Davide Bertaccini sarà il nostro preparatore, il portiere del Cervia che ammiravo ai tempi del real-tv “Campioni-Il sogno”.

Dopo questa prima seduta la riunione tecnica, in cui ci saranno svelati il programma che seguirà alla selezione e una serie di atteggiamenti da tenere per onorare al meglio la situazione che ci è stata offerta; una seconda riunione medica e poi una cena con cui ci congederemo diretti nelle stanze. Condividevo la mia con un ragazzo di Roma, uno dei pochi di cui ricorderó il nome, e per il ruolo difensivo che ricopre e i miei prolungati richiami durante le partitelle (otterró presto il suo massimo disprezzo!). In realtà il clima era dei migliori e Andrea era solo uno dei tanti fenomeni con cui mi ritrovavo in campo.

Il martedì era prevista una doppia seduta più impegnativa: situazioni di gioco, tiri, percorsi di rapidità e tecnica, partitella. Iniziano ad evidenziarsi le capacitá individuali e quella di sapersi integrare nel gioco della squadra.

Sapevamo che il giorno dopo avremmo giocato la partitella decisiva e tutti quanti cercavano di ottenere un posto nella squadra A, con cui ho poi avuto modo di giocare il giorno seguente, condividendo i pali con Medioli del Fidenza. Un posto privilegiato che conferma l’apprezzamento del mister che mi ha convocato dopo aver visto la trasferta del San Felice a Martorano. Dopo una giornata stancante ma motivante, ci apprestiamo alle solite riunioni di routine e alla cena nel ristorante adiacente alla struttura, l’ultima cena in compagnia degli altri.

Passa anche l’ultima notte, con la speranza di poter dare il massimo l’indomani per finalizzare l’impegno che mi ha portato lì, con la consapevolezza di aver trascorso un’avventura indimenticabile che porteró con me per sempre.

È mercoledì, dopo la colazione e il riposo ci avviamo verso il campo dove si terrà la partita a ranghi contrapposti. Così come è iniziato il raduno, un saluto e gli elogi del mister anticipano l’incontro: ora manca solo l’ultima prova con cui proveremo a confermare le nostre doti. Con la consapevolezza di aver fatto del mio meglio per la situazione, e la speranza di poter tornare un giorno ad indossare la stessa divisa, termina così il raduno di Pomezia, un piccolo incontro tra il calcio a livello professionistico e le speranze di ventotto giovani 17enni. Una grande lezione di calcio da ricordare per un unico motivo: «Questo è il sogno di tutti quelli come noi».

Gianluca Gallerani