L’Eccellenza si farà: grazie, ragazzi fantastici

Il San Felice si iscrive, grazie alla passione del suo tecnico e dei giocatori. Ora si spera nell’aiuto di qualche azienda disposta a tenere in piedi la bandiera del calcio in una terra terremotata. Lettera appello al Milan

Il centro storico di San Felice e la sua chiesa feriti: il calcio ripartirà (Foto Torreggiani)

Il centro storico di San Felice e la sua chiesa feriti: il calcio ripartirà (Foto Torreggiani)
SAN FELICE. Una nave di sportivi coraggiosi, che salpa verso l’avventura dello sport, verso un mare infestato di pirati, di squali e di corazzate pronte a bombardarla. E’ questa l’immagine con cui ci piace dipingere il nuovo San Felice, stagione sportiva 2012-2013. La stagione delle sfide impossibili, dove un manipolo di persone coraggiose si misurerà con sacrifici che oggi si annunciano invalicabili.
La sfida – sportiva – si chiama Eccellenza.
Dopo due settimane di riflessione, la società del presidente Tassi è stata infatti ad un passo dal gettare la spugna. Dal buttare nelle macerie del terremoto e della crisi economica anche lo sforzo immane che per anni questa piccola società di emiliani della Bassa ha saputo sostenere, conservando il tesoro – sportivo – del calcio sanfeliciano. Unico tesoro nella Bassa in Eccellenza, e come tale ancor più prezioso.
La spugna alcuni l’hanno gettata. Tutt’attorno, altri dirigenti e sponsor che avevano promesso aiuto si sono già dileguati da tempo, lasciando sul tavolo problemi che andranno comunque risolti.
La spugna la gettano tanti collaboratori, Un po’ sfiniti da un impegno che è anzitutto la capacità di stare positivamente in mezzo agli altri (e non tutti nel calcio sanno stare costruttivamente accanto agli altri) . E un po’ dall’esaurimento di una vena aurea illusoria, che in passato ha spinto a spese e impegni economici poi non sempre mantenuti. Chi sta nel calcio per soldi, oggi a San Felice non può più trovare spazio, come invece – e deleteriamente – è accaduto in passato.
La spugna tenteranno di farla gettare quanti, tra invidia e piccolezze umane, avrebbero voluto un “muoia Sansone con tutti i filistei” di biblica memoria.

Dopo due settimane di riflessione, Dario Tassi e il dg Agostino Reggiani hanno invece deciso che i terremoti non possono diventare un pretesto, una scusa. E che lo sport del calcio, dai giovani agli adulti, può essere il piccolo contributo ad un paese che ha bisogno di ripartire, di evadere. Un paese che ha bisogno di un po’ di serenità, oltre che di dare una occasione ai bambini e alle loro famiglie.
E’ questa la richiesta che viene anche dal Comune, da una amministrazione che chiede a tutti, anche alle associazioni sportive, di ripartire, di non mollare, di tornare alla normalità.
Dario Tassi – diciamocelo – non ce l’avrebbe mai fatta, senza la passione di Gianni Pellacani. L’ex direttore tecnico e allenatore – che non è neppure un sanfeliciano, si badi bene – ha chiesto l’aiuto del direttore sportivo Stefano Turcato, modenese, per sgravare la società di qualsiasi impegno ulteriore. Ha rinunciato ad ogni benché minimo compenso, ha chiesto ai suoi collaboratori di fare altrettanto. Anzi, ci ha messo soldi suoi, oltre che la sua proverbiale determinazione. E stato fissato un budget, che potrà essere raggiunto solo grazie alla sensibilità di alcune imprese e sponsor che sono state contattate, fuori dall’area del “cratere” dei terremoti.

E dentro quel budget minimale Gianni Pellacani ha investito il vero tesoro di questa società: i suoi ragazzi, i suoi giocatori. Tutti in un attimo hanno accettato nuove, ulteriori drastiche riduzioni dei loro rimborsi spese. Per giocare a San Felice i giocatori del San Felice ci rimetteranno soldi. Ma si legano alla bandiera, ai numeri e alla gloria di una società che a questi ragazzi deve gli ultimi due anni di salvezza. Tenteranno, con Pellacani, un’altra impresa. Fin dove si può, fino all’ultimo respiro.
Questa, cari lettori, è la forza del San Felice. Non lo sono stati tanti sanfeliciani, troppo impegnati a far parole, promesse vuote, critiche, a pretendere un passato che non c’è più, non ci può essere più. Persone con troppe facce, e poco concrete. Il San Felice ha bisogno di volontari, di gente positiva.
Il San Felice riparte dall’Eccellenza, con un suo budget misero ma trasparente. E da un settore giovanile che agirà autonomamente, per l’impegno che si vorranno assumere Tassi e Reggiani.
Il San Felice riparte ringraziando la Lega che gli ha concesso l’iscrizione gratuita al campionato, visto il dramma che ha travolto questa parte della Bassa. Riparte per valorizzare un titolo che in sé ha anche un valore economico.
Il San Felice fa appello alle aziende che vorranno legare, con una anche minima sponsorizzazione, il loro nome a quello di una bandiera che, colpita al cuore, prova a non gettarsi via.
Il San Felice ha anche scritto al Milan, col quale da anni c’è un’ottima collaborazione. Al Milan è stato chiesto un segno, un aiuto, una sponsorizzazione. Era sembrata una bella idea, per dimostrare che nel mondo del calcio che conta c’è fratellanza con un mondo del calcio minore che i terremoti hanno ferito, rendendo la competizione iniqua e ingiusta. Ci sembrava potesse essere una operazione di immagine importante.
Un po’ – ad esempio – come quella del Como, che con gli amici dello Junior Finale, ha scelto da subito un gemellaggio. Siamo in attesa di una risposta, e siamo fiduciosi, magari che qualche altra società professionistica possa ugualmente scegliere come base operativa o simbolo di solidarietà la capitale ferita del calcio della Bassa.
Vedremo.
Intanto si riparte il 9 agosto, agli ordini di mister Pellacani.
Chi ci sarà, sarà comunque un po’ eroe dello sport, un amante delle sfide.
Auguri anche a chi avrà scelto di non esserci, perchè il coraggio, il volontariato e la passione non sono un dono che lo sport e la vita trasmettono a tutti.
Buona fortuna, mister Pellacani, buona fortuna, ragazzi. Perché ve la meritate tutta, dopo quello che ci è capitato addosso.
Alberto Setti