Vescovini, dalla tenda alla Nazionale

Il Sanfeliciano Lorenzo Vescovini ha conquistato con la Nazionale italiana di football americano il secondo posto agli Europei

Il nazionale sanfeliciano Vescovini
Il nazionale sanfeliciano Vescovini

SAN FELICE. Dalla tenda alla Nazionale. È il percorso di Lorenzo Vescovini, gigante di football americano, appena rientrato dal gruppo B degli Europei con l’Italia. Circa un anno fa, l’atleta – nato a Carpi ma residente a San Felice, dove lavora con la famiglia – era stato costretto dal sisma a vivere fuori dalla sua casa. «Siamo stati fortunati rispetto ad altre persone – racconta lui stesso – non ci siamo spostati, anche se abbiamo fatto tre mesi di tenda». Lorenzo è uno degli “angeli custodi” del quarterback, il regista della disciplina. Schierato con la squadra difensiva, ha il compito di evitare i placcaggi verso la “mente” che dirige il gioco. Un ruolo che ricopre piuttosto bene: da quattro anni indossa la maglia azzurra. Al “Vigarelli” di Milano, nel torneo continentale, lui c’era. «È stata un’esperienza positiva – spiega il modenese – peccato che non abbiamo vinto». Il Blue Team, dopo aver conquistato la fase a gironi (55-7 alla Gran Bretagna e 20-16 alla Spagna), è stato battuto dalla Danimarca (49-29) nella finale che valeva all’accesso al Gruppo A degli Europei. «Ora mi dedicherò alla prossima stagione di serie A». Un’avventura che Lorenzo si appresta a vivere fortificato dall’esperienza in azzurro. «Sono entrato in campo – spiega il giocatore – contro la Gran Bretagna e la Spagna. Nell’ultima partita non ho avuto molto spazio, siamo stati spesso in svantaggio e il tecnico ha schierato meno giocatori. A livello di singoli, siamo molto vicini con la Danimarca. Loro però hanno eseguito meglio le azioni, sono stati molto più precisi e ciò è quello che conta». «Il momento più bello – confida Lorenzo – è stato quando prima della finale sono entrato in campo, con uno stadio pieno: nelle partite di club non accade quasi mai». Il safety gioca con gli Hogs di Reggio Emilia («purtroppo a Modena non ci sono squadre»), dopo aver esordito a Bologna negli anni dell’università. Alla prima stagione in granata ha subito la rottura del perone. «Mai pensato di mollare – conferma – subito riabilitazione e all’ultima gara ero in campo». A chi pensa che il football americano, gli “scacchi in movimento”, sia uno sport “per colossi”, Lorenzo risponde: «chiunque lo può fare, non solo i giganti: il ragazzo veloce, quello più pesante: c’è un ruolo adatto per ogni persona che vuole giocare. Il football americano trasmette emozioni molto belle, si crea una grande famiglia».
(tratto dall’articolo di Gabriele Farina sulla Gazzetta di Modena)